I veri protagonisti di “Povere Creature!”
- Fresh Fashion
- 31 gen 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Il nuovo capolavoro di Yorgos Lanthimos “Poor Things!”, o in italiano “Povere Creature!”, che vede Emma Stone nei panni della singolare Bella Baxter ha ricevuto ben 11 nominations agli Academy Awards, meglio conosciuti come Oscar, tra cui - ovviamente- anche miglior costume design.

Il duro compito di vestire i personaggi di questo strano universo sci-fi vittoriano è stato dato alla talentuosa costumista Holly Waddington, che ha egregiamente eseguito il suo lavoro aiutando il pubblico ad immergersi maggiormente in questo universo parallelo ed alternativo, in cui il regista ha ambientato la bizzarra storia frankesteiniana.
“Sapevo che Yorgos non voleva che la pellicola avesse le sembianze di un film storico, o di uno fantascientifico” confessa la Waddington, avendo già lavorato a progetti leggermente simili come la serie The Great: “Cose come il pizzo, applicazioni, perline o ricami sembravano dunque totalmente fuori luogo”.

Il punto d’incontro perfetto si è trovato dunque nelle silhouettes che tendono ad esagerare il corpo tipiche degli abiti vittoriani, e colori e materiali totalmente moderni, come il latex. L’effetto di questo scombussolato mix conferisce ai personaggi, in particolare quello di Bella, una strana aura, rendendo perfettamente l’idea di un’eroina avanti rispetto al suo tempo.
Gli abiti di Bella ne definiscono la crescita, aiutando il pubblico a sentire maggiormente i suoi cambiamenti. Il film inizia in bianco e nero, Bella indossa camicie da notte ed abiti da bebè adattati al corpo di Emma Stone. Il film prende colore (pastello) non appena la protagonista scopre la sfera sessuale, fino ad arrivare al periodo che Bella passa a Parigi, dove per necessità e curiosità inizia a lavorare in un bordello. Dall’impermeabile di latex che sembra richiamare un profilattico, a trasparenze e colori scuri fino ad arrivare allo stile accademico che Bella adotta quando scopre i socialismo e capisce che la sua vocazione è la medicina.
“Povere Creature!” é il perfetto esempio - se non la vera e propria dimostrazione - di come i costumi in un film non servano solo una necessità estetica, ma siano dei veri e propri personaggi che si evolvono con la storia narrata.

Articolo di Giulia Longhi
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