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Intervista ad Alessia Grambone: da modella influencer a fotografa di moda.

  • Immagine del redattore: Fresh Fashion
    Fresh Fashion
  • 19 mar 2024
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 22 mar 2024

Alessia Grambone, appassionata di moda e fotografia, ci ha raccontato un po' di lei facendoci immergere nel suo bellissimo mondo.



Parlaci un po’ di te, del tuo percorso e di com’è nata la tua passione per la fotografia.

"Sono laureata in Scienze della Moda del Costume presso l’Università di Roma la Sapienza e sono del 1998, diciamo che nasco come modella. Ho lavorato sempre come modella e come influencer anche se una pagina su cui poi lavoravo era una pagina personale con pochissimi follower e praticamente tutto questo boom che io ho avuto l’ho avuto in pochissimi mesi dall’apertura di questo format, ho lanciato il mio primo video che era fine settembre e ad oggi questa è stata l’esplosione del format ma come vi dicevo sono sempre stata inquadrata un po’ come modella influencer ho lavorato per moltissimi fotografi. Mio papà è un fotografo appassionato, ha fatto anche diverse campagne per la National Geographic quindi in realtà sono un po’ nata nella culla fotografica e quando poi ho cominciato a lavorare seriamente con la moda, dopo la mia laurea, ho lavorato anche per delle riviste di moda, ho fatto diversi editoriali di moda, ho proprio avvicinato questa passione che è quella della della fotografia, ma come dicevo diciamo che la mia prima passione assoluta è stata proprio quella dei social e mi ricollego all’ultima domanda tra un pochino quindi poi vi dirò anche perché la mia prima passione è stata quella dei social e per questo appunto ho scritto anche un libro sui social perché l’ho conosciuti proprio in prima persona sin da piccolina."




Come location scegli sempre Via dei Condotti, c’è un motivo legato a questo?

"Allora Via dei Condotti diciamo che nasce un po’ prima della realizzazione di questo format perché praticamente io ho già scattavo su via condotti quando ho ripreso in mano la mia macchina fotografica che mi è stata regalata all’età di 18 anni forse un pochino prima, diciamo la mia prima macchina professionale fotografica, perché prima scattavo con una macchinetta molto piccola era una Casio molto piccola, e scattavo con quella lì. Quando mi è arrivata la mia prima macchina professionale, ho cominciato a scattare su Via dei Condotti perché era l’unica strada in cui riuscivo a trovare la moda, il mio grande sogno, che è quello della moda, è sempre stato un po’ vicino alla città di Milano tant’è che il mio secondo libro che si intitola “Domenica” è proprio legato alla città di Milano e ho sempre avuto questo sogno di Milano sin da bambina e Via Condotti era l’unica strada in cui mi sembrava di toccare con mano un po’ la moda milanese, cioè vedere sempre queste donne super vestire bene che passeggiavano su Via Condotti, mi riempiva il cuore quindi praticamente andavo su Via Condotti e scattavo così proprio con scatti rubati, quindi senza chiederlo alle persone, degli outfit che mi piacevano magari non ritraevo il viso prendevo dei dettagli proprio anche leggermente semi mossi proprio per me, raccontavo un po’ la moda su quella strada finché a un certo punto ho detto ok perché in un documentare questa cosa con dei video e quindi da proprio da questo nasce poi l’idea del format ovviamente legato alla moda che è la mia prima passione in assoluto."



Secondo quale criterio scegli le persone da scattare?

"Mi chiedete spessissimo secondo quale criterio scelgo le persone da scattare e allora diciamo che la cosa per me più importante quando  sono su Via Condotti è che quella persona riesca ad attirare la mia attenzione ma non è il logo alla fine che mi dicono sempre “ma sicuramente per il logo”io amo ovviamente il griffato ma perché la moda giustamente soprattutto su via condotti è ovviamente grandi loghi e tutto ciò che concerne l’uso quindi Prada, Louis Vuitton, Gucci eccetera… ovviamente a chi non piace. In realtà non guardo nemmeno il logo, ma proprio la la persona cioè io vengo attratta dalle persone che camminano con sicurezza su quella strada che sono lì un po’ sognanti che stanno immaginando dove strisciare la loro carta di credito quindi in realtà è tutto un qualcosa proprio a pelle, cioè io seleziono le persone in base a l’effetto che mi fanno quando li vedo passare questo è il vero canone che io atto per le mie scelte."


Preferisci scattare donne o uomini? Perché?

"Preferisco scattare le donne ma non perché io non ami gli uomini anzi io sono molto amante degli uomini. Amo particolarmente le donne perché le donne sanno osare e la moda è donna, e scatto anche molte più donne perché gli uomini su via condotti sono un po’ più rari e altra cosa molto importante è che appunto la donna è sempre ricca di accessori ricca di personalità e come brillano gli occhi a una donna quando parla di moda, secondo me, agli uomini non succede, ma ci sono anche un sacco di casi insomma ci sono anche casi in cui anche gli uomini sanno fare la loro parte anche perché abbiamo visto che gran parte dei designer sono uomini e creano dei capi incredibili per le donne quindi in realtà è solo una questione che forse su via condotti ne passano veramente pochi che attirano la mia attenzione."


Nel tuo libro “Disconnessi”, parli degli effetti positivi o negativi che i social hanno sulle persone. Quindi secondo te i social sono un bene o un male nell’era di oggi?

" Vi dico che ho buttato giù il mio libro disconnessi perché quando ero piccola ho lavorato moltissimo con i social ed ero abbastanza nota anche su di essi, e la cosa è che mi hanno fatta sentire sola perché sembrava che le persone che mi stessero vicino, stessero lì con me e avevano piacere di essere lì con me perché io ero conosciuta, quindi sembra un po’ tutto un mondo opportunistico, non voglio essere troppo cattiva però ho sentito questo quando ero un po’ più piccola quindi ad un certo punto mi sono totalmente allontanata dei social per vedere veramente chi era vicino a me perché mi voleva bene o perché voleva arrivare un proprio scopo, e ho terminato la stesura del libro “Disconnessi”, proprio nel periodo covid, proprio perché durante il COVID è stato essenziale per rimanere in contatto con le persone più care, faccio sempre l’esempio in tutte le mie interviste della mia nonna perché lei essendo di Napoli io l’unico modo che avevo per vederla era quello attraverso una videochiamata eccetera… e comunque ha tenuto vicine moltissime persone e come dico sempre i social sono un’arma a doppio taglio quindi bisogna saperli usare perché ci sono molti temi delicati. Ho fatto moltissime campagne contro i rischi dei social proprio legati magari ai ragazzi super giovani che non prendono bene con le pinze quello che succede sui social e ci sono effetti anche molto molto negativi come ad esempio il suicidio eccetera… quindi bisogna saperli usare e bisogna essere molto coscienziosi perché ci sono moltissimi leoni da tastiera, e io lo vedo ogni giorno con i commenti che ricevo a volte anche molto pesanti sul mio canale."


Nel tuo lavoro invece quanta importanza hanno i social?

"Ad ogni modo tolto tutto l’aspetto negativo i social per rispondere appunto a quanta importanza hanno i social,  oggi i social sono il primo mezzo di comunicazione secondo me che permette di avere una vera e propria vetrina sul mondo quindi se si è bravi si riesce a lavorare con i social e raggiungere dei risultati molto molto importanti attualmente io se non avessi avuto Instagram e TikTok non sarei qui a parlare con voi e quindi sono sono super onorata e ringrazio tutti i giorni per questo che mi sta succedendo perché ancora non mi sembra vero di essere arrivata dove sono oggi con così pochi mesi dall’apertura del mio canale quindi sono super super grata super orgogliosa di me, e credo di aver avuto anche tanto coraggio perché penso che comunque ci voglia tanto coraggio tanto fegato perché non sempre le persone sono buone, e non sempre le persone capiscono che dall’altra parte c’è una persona con dei sentimenti con delle cicatrici e a volte le parole sono veramente molto taglienti."


Intervista a cura di Francesca Cocco

 
 
 

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