Momo by Savingel: una voce ai giovani
- Fresh Fashion
- 18 mar 2024
- Tempo di lettura: 5 min
Abbiamo avuto il piacere tramite un’intervista in esclusiva per Fresh Fashion di fare due chiacchiere con Simone Frulio, founder e creative director di MoMo by Savigel, che ha con piacere ci ha raccontato qualcosa di più sul suo brand, che rappresenta un perfetto esempio di imprenditorialità giovanile.
Momo viene definito un brand ma si identica con “progetto di moda”, è nato durante il lockdown di Marzo 2020. Simone appena concluso un Master non trovava una posizione da stage perché tutti i datori di lavoro erano alla ricerchi di personale con già un’esperienza nella carriera, così è nata la volontà di creare uno spazio in cui fare esperienza, portando a bordo suoi simili con la stessa necessità.
Il nome del brand viene dal nomignolo usato dal fondatore da piccolino, in quanto Simone era difficile da pronunciare, ma si propone un parallelismo nei riguardi dei bambini, che con la loro ingenuità creano senza sapere. Allo stesso modo il team di Momo si è lanciato istintivamente in questo progetto con solo la passione e la creatività dei giovani.

Momo nasce dalla volontà di creare qualcosa di diverso e creativo, per stare vicino alla nuova generazione in un modo deciso, l’idea è nata per caso da una proposta per dare vita a quello che ad oggi è questo progetto. L’obiettivo è di creare qualcosa che può dare voce a ragazzi giovani, in quanto il founder Simone crede che ad oggi la nuova generazione si sostenga sempre di meno ma è convinto che l’unione di più menti porti ad un grande risultato. Il team è formato da giovani protagonisti alcuni autodidatti e altri provenienti dalle migliori Accademie d’arte e del fashion design d’Italia, insieme affermano che i giovani sono il futuro, e il concept di fondo è l’idea di credere proprio nella nuova generazione e nel loro talento.
Frasi strada in un mondo di professionisti è difficile, oltre all’esperienza da mettere nel curriculum Simone ha un obiettivo preciso e lo dimostra con il suo nuovo progetto:
“Obiettivo alla seconda” . L'iniziativa infatti mira a sottolineare l'impegno del gruppo giovani imprenditori (di cui Simone Frulio è membro attivo) nei confronti di una causa importante. Tra i ragazzi manca molto il volersi aiutare, il volersi sostenere, quindi ha voluto riunire dei giovani, che realmente potessero sostenersi a vicenda, credere reciprocamente in questa cosa. Momo ha l’intenzione di crearsi questo spazio nel mondo della moda e dei social in generale, con ispirazione e collaborazione reciproca. All’interno dell’iniziativa “Obiettivo alla seconda” sono stati coinvolti sei fotografi e sei stylist, tutti giovani e desiderosi di fare esperienza e farsi notare nel settore, che insieme hanno dato vita a una capsule collection di t-shirt. Per l’occasione sono state realizzate sei maglie, una completamente diversa dall’altra, con uscita singola ogni sabato della settimana a partire dal 9 marzo fino ad arrivare al 13 aprile, giorno in cui Simone e tutto il suo team sbarcheranno a Madrid in occasione di uno degli eventi streetwear più attesi in Spagna: ScrapWorld 2024.
Il primo modello presentato il 9 marzo è "GET IT" è l'unico modello delle 6 maglie disponibile in due colori (black and white). La grafica riporta la frase “U want it - go get it” per indicare la determinazione nel raggiungere un determinato obiettivo. Il secondo


Nella generazione zeta il ruolo dei social ha invaso la quotidianità, infatti vediamo che per il brand è di fondamentale importanza. Si può parlare di “social brand” in quanto la nascita del progetto si deve a tutti gli effetti su Instagram e su Tik Tok. Successivamente hanno iniziato a farsi conoscere, le continue pubblicazioni sulle varie piattaforme diventano ormai la vetrina più immediata che si ha per mostrare al pubblico e a potenziali clienti chi sono e cosa fanno, il mostrare dietro le quinte gli consente di creare un forte legame con l’audience creando una vera e propria community. “Ormai i manager agli appuntamenti, prima ancora di chiedere il link al nostro sito, ci chiedono il nome del profilo Instagram.»

La sostenibilità è un tema che sta molto a cuore al team di Momo, ultimamente si può dire che sia diventato quasi un trend, da un lato è un bene perché se ne parla dall’altro un brand si identifica sostenibile anche solo per una maglia in cotone organico definendo il "greenwashing" una strategia di comunicazione. Iniziare con un brand da zero non è semplice, essere sostenibile in tutti i passaggi della produzione in quanto richiede molto più tempo e molte più risorse economiche, ma è un punto fondamentale per Momo, nel loro piccolo e con le risorse che possono essere più ridotte all’inizio, cercano di essere sostenibili in ogni passaggio della lavorazione oltre ad avere i certificati e stare attenti anche al tema della forza lavoro e che non ci sia lo sfruttamento del lavoro. Il team di Momo si impegna ad essere il più possibile sostenibile, i cotoni utilizzati sono tutti organici certificati e gli imballaggi delle spedizioni sono tutti in cartone riciclato. I pezzi unici realizzati per le celebrities e i vari programmi TV, provengono da scarti di produzione di un'azienda torinese che sostiene il progetto dal 2022. Inoltre, gran parte dei materiali che si usano per la customizzazione delle giacche, sono stati donati da un archivio vintage anni '80 in ottica di upcycling.
I capi di Momo hanno fatto diverse apparizioni in televisione da Cristiano Malgioglio, Fiorello, Barbara d’Urso, ai ragazzi di Mare Fuori. Ma la prima grande opportunità fu per vestire i ragazzi di Amici sostenendo un legame valoriate con il brand per il talento e la creatività mettendo al centro questi valori. L’edizione fu quella del 2020 vestirono diversi concorrenti tra cui Deddy e Sangiovanni per il quale crearono un maglione fucsia fatto a mano il quale divenne un capo iconico e il brand lo ripropose nella versione felpa. Le soddisfazioni arrivavano e il brand si concretizzava sempre di più, quell’esperienza fu un trampolino di lancio per le successive opportunità del brand. Il founder dichiara di non abituarsi mai ogni volta che vede un capo di Momo in televisione e non vuole mai abituarsi all’idea.


Momo si sta allargando anche verso la Spagna, la collaborazione con Ezquiel de Lorenzi fu un cambio di idee ed arte, un’artista argentino che crea in resina, l’obiettivo era di trasferire il concetto dell’arte sulla moda, l’dea è partita dal suo quadro “Penarol” per un club atletico.


Una delle collaborazioni preferite di Simone è con Ruggero, un cantante italo-argentino con oltre 7 milioni di followers, il brand lo ha accompagnato nel suo itinerario europeo, fu realizzata una lunga serie di blazer unici creati appositamente per il tour tra Madrid, Londra… ma non solo, per il concerto conclusivo sold out a Città del Messico furono realizzati altri tre look ad hoc studiati nel dettaglio per il grande evento!
Il consiglio di Simone per i giovani è sempre uno: di non aver mai paura di condividere le proprie idee con gli altri. Purtroppo cresciamo nella convinzione che le nostre idee vadano tenute solo per noi per paura che ci vengano rubate o che non siano all’altezza di chi ci sta attorno. Anche dalla cosa che ci sembra più inutile, a volte, con la condivisione e la visione di tutti gli altri membri del gruppo, possono nascere le cose più belle.»
Simone il founder di Momo non crede nelle tipiche frasi motivazionali sui sogni, ma è molto più concreto incitando i giovani coetanei che vogliono intraprendere un percorso in Italia nel fashion design di esprimere ogni pensiero perché da una piccola idea possono aprirsi grandi opportunità.
Intervista a cura di Giorgia Ferri
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